IL LAVORO SOTTOPAGATO E’ UNA SCELTA CHE NON FA BENE ALLA COMUNITA’
Nell’articolo di luglio parlavamo della esternalizzazione dei servizi da parte del comune di Ancona e della strana scelta di affidare i nostri centri estivi, con un appalto al massimo ribasso, ad una srl messinese attiva nel commercio di articoli medicali. Ritorniamo sull’argomento dell’offerta di servizi da parte del #ComunediAncona per evidenziare un problema che non è certo nuovo, ma che sta crescendo e rischia di diventare drammatico per i lavoratori coinvolti e per le famiglie fruitrici. Il Comune si avvale di circa 70 #educatoriprofessionali per l’erogazione del servizio socio assistenziale di assistenza scolastica e domiciliare, al fine di garantire i diritti dei ragazzi diversamente abili, sia nelle scuole, che in attività extra scolastiche. Fin dagli anni ’90 questi professionisti, previsti dalla legge 104, sono reclutati tramite appalti a cooperative sociali. Il risultato di tale scelta è stato che, a fronte di un esborso da parte del Comune di circa 21 euro/ora per assistito, il lavoratore ne riceve meno di 10. L’amministrazione genera così lavoro povero. Agli operatori dei servizi, nel corso degli anni, sono state richieste competenze sempre più elevate e riqualificazioni ottenute a proprie spese. Ad oggi le normative nazionali prevedono che debbano lavorare nel servizio solo professionisti abilitati iscritti all’Albo degli Educatori professionali ed Elenchi Speciali (professione sanitaria, profilo 520/98) e possano lavorare, limitatamente ai soli aspetti educativi, i laureati di Scienze dell’Educazione (L19) e coloro che si sono riqualificati ai sensi della legge di bilancio 205/2017. Le ultime normative – che hanno avuto la finalità di porre ordine a vuoti normativi, al fine di meglio tutelare un’utenza così fragile - non sembrano essere state recepite dall’Amministrazione. Il problema è che tali operatori non hanno alcun riconoscimento a livello retributivo e lavorativo delle qualifiche richieste, sono condannati ad un precariato a vita, con pesanti esborsi ad ogni cambio di appalto e cooperativa; basti pensare che non vengono pagati in caso dell’assenza utente o sospensione del servizio e sono retribuiti a livello di un salario minimo nonostante i titoli e l’anzianità talvolta ventennale. Negli ultimi mesi si è perciò assistito ad una vera e propria fuga degli educatori verso ruoli di insegnamento o addetto ATA (i vecchi bidelli), con perdita di know-how e conseguenze sulla qualità dei servizi (due assistiti per operatore anziché uno) e sulla tutela di una utenza particolarmente fragile. Quale beneficio trae, la comunità, dalla scelta di questa forma precaria e sottopagata di lavoro, e dalla messa a rischio dei servizi per i ragazzi diversamente abili?
LA SOLUZIONE NON PUO’ CHE ESSERE UNA REINTERNALIZZAZIONE DEL PERSONALE
Solo adeguando il trattamento economico e le condizioni di lavoro a quelle di un insegnante si eviterà una emorragia di professionisti che metterebbe in gravissima difficoltà il servizio e le famiglie degli utenti. Sono responsabilità pesanti, e il comune non deve e non può lavarsene le mani, scaricandole sulle cooperative vincitrici dell’appalto.
Il fallimento delle formule di esternalizzazione e precarizzazione selvaggia del personale è ormai evidente ed ammesso anche dai più feroci sostenitori del neoliberismo. Proseguendo nel percorso di tutela dei più deboli portato avanti già da un decennio, e ribadito con forza dal #PresidenteConte, il #Movimento5stelle Ancona accenderà un faro su questi lavoratori indispensabili ed ingiustamente sfruttati.
26 AGOSTO 2022
Il Gruppo Consiliare M5S Ancona