Il Consiglio Comunale è chiamato – domani 9/12 - ad approvare la proposta per l’attuazione della Agenda Urbana di Ancona e, se Il preambolo della proposta è decisamente aulico, nei contenuti è, come spesso avviene, deludente. La proposta in approvazione, infatti, pur perseguendo il meritorio indirizzo del contenimento del consumo del suolo attraverso il riutilizzo di edifici non più utilizzati, presenta numerose criticità e sembra proprio non riuscire nell’intento previsto.
L’Agenda Urbana, è uno strumento moderno e duttile indispensabile per: “individuare i temi fondamentali di sviluppo nel quale vengono individuate le priorità a sostegno delle Città che riguardano in particolare la povertà, la segregazione spaziale e sociale, il cambiamento demografico e l'utilizzo delle energie rinnovabili”, serve a “promuovere la trasformazione urbana in termini di qualità, riducendo il consumo del suolo; semplificare le procedure per le trasformazioni urbane complesse finalizzate alla riqualificazione di parti consistenti del sistema urbano; definire strategie integrate per il miglioramento dei quartieri degradati, anche attraverso la previsione di servizi e infrastrutture” (art 1 LR 22/11).
Nella delibera in approvazione, questo IN CONCRETO risulta:
Gli Interventi: sono frammentati ed esigui (ovvero SENZA VISIONE); a fronte di 28 aree interessate alla variante, sono state presentate 22 istanze “sparse” soprattutto nelle zone periferiche della “SECONDA ANCONA”, di cui solo 14 accettate. Riguardano: strada vecchia del Pinocchio18/A, Via Maggini 192, Via Colle Ameno 1, Via Candia 110/b, via della Montagnola 95/A, Strada vecchia del Pinocchio 4, Via Paolucci 3/b, Via della Tecnica 7/9, Via del Castellano 47, via dei Cappuccini 2/4, via Flaminia 345, Via Flaminia 346, Via Ciavarini 7.
I TEMPI: dalla pubblicazione del bando 11 maggio 2016 sono già passati 4 anni e mezzo, ma sicuramente la preparazione dell’atto avrà richiesto già svariati mesi. Per l’ultimazione dell’iter burocratico, pubblicazione, osservazioni, approvazione della provincia e approvazione del cc occorreranno ulteriori 2 anni, per un totale di oltre 7 anni. Abbiamo tutti visto come il modo di vivere cambi nel giro di pochi mesi, se non di giorni: dalla pandemia alle catastrofi ecologiche e dissesto idrogeologico. Se pensiamo che si debba attendere 7 anni per attuare delle semplici variazioni di destinazione d’uso, allora il metodo è inefficiente e inefficace o, semplicemente, male utilizzato;
I COSTI: la notevole mole di progetti e indagini, di costose scartoffie che occorrono per la variante sono un costo inessenziale per tutti: a prescindere dall’accoglimento della domanda e dall’effettivo utilizzo dell’area, è stato richiesto, nel bando, di presentare un rapporto geologico e la verifica di compatibilità idraulica. I geologi si pagano e le amministrazioni impegnano i loro dipendenti per anni; il tutto, per la nostra città, per riconoscere solo 14 interventi, di cui probabilmente solo pochi verranno effettivamente realizzati;
I RISULTATI: gli interventi accolti (si ripete 14!!) permetterebbero, anche senza eventuali aumenti per piani casa, l’insediamento di 1.773 nuovi abitanti, così come indicato nella relazione allegata alla proposta in votazione. Stante la crisi dell’edilizia e il calo delle nascite, la città di Ancona ha veramente bisogno di nuove residenze? Con l’enorme mole di alloggi sfitti, abbandonati o non ultimati (vedi le Palombare o l’ex Umberto Primo, o l’enorme numero di alloggi in vendita per necessità o all’asta per esecuzioni e pignoramenti immobiliari) è veramente necessario e utile un cambio di destinazione residenziale? In piu’ quanto agli usi commerciali: stante l’abnorme proliferazione, quanti nuovi ipermercati o centri commerciali, oramai catene straniere in franchising, verranno invece realizzati? E’ assai prevedibile un ulteriore duro colpo ai piccoli negozi (piccoli o medi) di prossimità, la cui scomparsa si somma alla già cronica carenza dei servizi per la collettività. Perché si continua non sostenere ed agevolare proprio queste categorie di servizi, la cui necessità ed utilità sociale è sotto gli occhi di tutti, ma che sono quasi assenti in varie parti della città?
ULTERIORE PREOCCUPAZIONE: GLI STANDARD URBANISTICI ; quelli necessari alle nuove mutate ipotetiche destinazioni sono state verificate sulle dotazioni dell’intera città e non sulla singola zona oggetto dell’intervento. Se venissero effettivamente realizzati alcuni dei corposi interventi, avremmo sicuramente carenza di aree verdi e di parcheggi, per non parlare di asili o scuole nelle immediate vicinanze (ad esempio lungo la Strada vecchia del Pinocchio, due interventi di circa 46.000 mc. con 918 ipotetici nuovi abitanti, necessitano di ulteriori 4.120 mq di parcheggi e altrettanti 4.120 mq. di verde, gli standard devono essere verificati sul singolo quartiere dove insiste l’intervento.
IN CONCLUSIONE: se il contenimento del consumo del suolo, il recupero e il riutilizzo degli edifici abbandonati è una operazione utile e meritoria, perché non renderla fruibile a tutti in modo semplice e rapido, senza bandi, scartoffie e lungaggini di anni? Il Comune di Osimo con una delibera di giunta ha reso semplici ed economici, praticamente immediati, i cambi di destinazione d’uso, abolendo tra l’altro, in molti casi, gli oneri di urbanizzazione. Perché non farlo anche ad Ancona?
Si ribadisce, come già detto infinite altre volte, che non si può continuare a procedere per varianti puntuali, di cui questa proposta è l’ennesimo esempio, così come per interventi episodici legati a finanziamenti calati dall’alto.
Senza VISIONE c’è IMPROVVISAZIONE; urbanisticamente l’improvvisazione arreca danni incalcolabili e permanenti.
La mancanza di progettualità, di una visione programmatica del futuro, la staticità delle non scelte, l’assenza di una costante manutenzione del bene comune ha portato Ancona ad assumere l’aspetto di una città abbandonata a se stessa, terziaria nel centro e dormitorio nelle periferie. Non bastano un po’ di luminarie o una stella cometa a Natale per renderla accogliente e vivibile. Occorre invece esaminare le carenze riscontrabili nei vari quartieri e agire di conseguenza, non con varianti episodiche, ma strutturali ed innovative, non al servizio di pochi, ma della collettività e del futuro dei nostri figli e nipoti. Gruppo Consiliare M5S Ancona